Classifiche di efficienza e prospettive future per la Sanità italiana - Ignazio Marino
Nell’ultima classifica Bloomberg Health Care Efficiency, che calcola in base ai dati di Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale della Sanità, Nazioni Unite e Fondo Monetario Internazionale quali sono i sistemi sanitari più efficienti al mondo, analizzando il rapporto tra costi e aspettativa di vita, la Sanità italiana è al 4° posto nel mondo per efficienza e guadagna due posizioni rispetto all’anno precedente. Rientrano nella classifica i Paesi con vita media di almeno 70 anni, un PIL pro-capite superiore a 5,000 dollari e una popolazione minima di 5 milioni.
Al primo posto sono presenti Hong Kong, Singapore e Spagna, mentre gli Stati Uniti si posizionano solo al 54° posto. “Obamacare” non sembra essere sufficiente a far crescere l’efficienza del sistema Usa: rispetto ai residenti della Repubblica Ceca, che hanno un'aspettativa di vita media quasi in parità con gli Stati Uniti, gli americani spendono più del doppio.
Un dato altrettanto rilevante arriva da una seconda classifica: l’Italia è prima al mondo per popolazione sana secondo il Bloomberg Global Health Index 2017, secondo un indicatore che tiene conto di una serie di fattori come durata media della vita, nutrizione, salute mentale e fattori di rischio come tabagismo o pressione sanguigna.
Le due classifiche rimandano un quadro più che positivo: non solo sembra che il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sia tuttora abbastanza efficiente da assicurare un’aspettativa di vita superiore alla media, ma anche che il nostro Paese sia quello con la miglior salute del pianeta.
Nonostante i problemi che tutti conosciamo, la Sanità italiana è nata dal riconoscimento nella nostra Costituzione del diritto universale alla cura e, con la realizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, è stato fatto un ottimo lavoro per assicurare accesso alle cure primarie per tutta la popolazione.
Tuttavia, alcune scelte poco lungimiranti fatte in passato e protratte negli anni, la cattiva gestione e la scarsa attenzione alla valutazione dei risultati, stanno pian piano minando l’efficienza e la sostenibilità di questo modello, ancora apprezzato in tutto il mondo.
Il mondo sta cambiando velocemente e quello che mi chiedo è se oggi in Italia esista un progetto a lungo termine che garantisca l’assistenza sanitaria a tutti per i prossimi 40-50 anni.
Uno dei problemi più urgenti in Italia è quello della precarietà dell’edilizia sanitaria. Sono ormai passati 10 anni dal 2009, anno del terribile terremoto dell'Aquila, eppure ancora poco è stato fatto per la sicurezza degli ospedali italiani.
Nel 2013, un'indagine sulle strutture ospedaliere a rischio sismico, effettuata da una Commissione di inchiesta sul Servizio Sanitario da me presieduta, rilevò carenze gravissime: a seguito di verifiche effettuate su 200 edifici, risultò che il 75% di queste sarebbe crollato in caso forte evento sismico.
Solo l’8 per cento di tutti gli edifici ospedalieri italiani è stato progettato dopo il 1983, quando fu adottata la normativa antisismica, e oggi sappiamo che almeno 500 ospedali sono a rischio crollo in caso di forte evento sismico.
In queste settimane, il Governo e il Parlamento prenderanno decisioni importanti in ambito sanitario per il 2019 e per il prossimo triennio. Dal disegno di legge relativo al Bilancio di Previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019, possiamo individuare diverse disposizioni in ambito sanitario riguardo a: transazioni con le aziende farmaceutiche per il ripiano della spesa farmaceutica; commissariamento delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario; istituzione dell’Anagrafe nazionale vaccini; istituzione del fondo per la riduzione delle liste d’attesa.
Gli interventi in edilizia sanitaria rientrano nel capitolo degli investimenti pubblici, con 15 miliardi aggiuntivi nei prossimi 3 anni per rilanciare gli investimenti, soprattutto nell’ambito infrastrutturale, dell’adeguamento antisismico, dell’efficientamento energetico, dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie.
Io che da lontano osservo i movimenti della Sanità italiana, e che sono direttamente coinvolto in ciò che avviene negli Stati Uniti (un paese che è ancora lontano dal garantire le stesse cure a tutti), penso alla preoccupazione degli addetti ai lavori della medicina in relazione ai necessari interventi strutturali in ambito sanitario in Italia. Vi è davvero bisogno di una visione saggia e lungimirante che sia rispettosa dei diritti universali stabiliti dai nostri padri e madri costituenti e che contribuisca alla sostenibilità ed efficienza del nostro sistema sanitario, un bene prezioso da salvaguardare.