Monitoraggio dei risultati e valore dell’assistenza sanitaria: best practices nel mondo
In diversi articoli, pubblicati recentemente su questo blog, ho parlato della situazione drammatica della sanità a livello globale. Io però non smetto di credere nella capacità creativa dell’uomo e nel suo cammino verso il progresso e il benessere diffuso.
La crisi della sanità rispecchia una crisi mondiale che affligge il mondo occidentale e arresta lo sviluppo dei paesi più poveri. Da sempre, nella storia, è nella crisi che avvengono i cambiamenti, e nella medicina già possiamo osservare alcune best practices in ambito sanitario che rispondono con positività e intelligenza alle sfide poste dalla situazione attuale.
In tutto il mondo, i costi della sanità crescono di circa il doppio del tasso di crescita del prodotto interno lordo, esercitando forti pressioni sui budget sanitari, limitando il potenziale d’innovazione tecnologica e costringendo alcuni Paesi a consistenti razionamenti di spesa, che provocano tempi di attesa più lunghi e persino limitazioni nell’accesso alle cure di base.
In genere le strutture sanitarie vengono pagate sulla base del volume delle procedure effettuate, spesso senza che ci sia una valutazione sistematica della qualità dei servizi forniti o della loro necessità dal punto di vista medico.
Negli Stati Uniti, è stato stimato che una parte significativa della spesa sanitaria –fino al 30% del budget sanitario complessivo– viene utilizzata per trattamenti dalla dubbia efficacia terapeutica o addirittura non necessari, e che la qualità dell'assistenza varia di molto a seconda delle strutture ospedaliere.
La maggior parte dei sistemi sanitari nel mondo non effettua regolarmente un monitoraggio dei risultati sanitari delle terapie e, ancor meno, si è in grado di tracciare un collegamento tra i risultati ottenuti e i costi sostenuti, o addirittura di identificare le principali voci di costo dell'intero ciclo di cura fornito ai pazienti.
Spesso parlando con gli studenti di Medicina propongo loro un paradosso: cosa conta di più, l’esecuzione di un sofisticato intervento chirurgico o il biglietto che il paziente ti invia il Natale successivo per ringraziarti e farti sapere che sta bene? In altre parole, penso che dovremmo valutare l’utilizzo degli strumenti terapeutici di cui disponiamo, che oggi sono sempre più efficaci, sulla base dei risultati ottenibili.
Trovo dunque positivo che di recente stia emergendo un nuovo corso della medicina: Istituti sanitari e comunità di medici e ricercatori vogliono ridefinire la loro missione e il loro modello operativo, concentrandosi sul valore dell'assistenza sanitaria e su risultati sanitari misurabili, in relazione alle risorse impiegate e ai costi.
Notevoli progressi sono stati fatti nello sviluppo di metodologie e approcci per il monitoraggio dei risultati sanitari. Un esempio importante sono i registri di qualità: banche dati e metodologie per il monitoraggio sistematico dei risultati più rilevanti per i pazienti che soffrono di una determinata condizione o malattia. Inoltre, sono stati istituiti standard e metriche internazionali per misurare i risultati per categorie di diverse malattie.
Riporto qui alcuni esempi delle cosiddette best practices (le pratiche sanitarie migliori) descritte nel Rapporto “Value in Healthcare project”, pubblicato nel 2016, da The World Economic Forum, in collaborazione con The Boston Consulting Group (BCG).
In India, una rete di ospedali che offre chirurgia a basso costo e di alta qualità per la cura della cataratta, chiamata Aravind Eye Care System, mette insieme il monitoraggio sistematico dei risultati sanitari con un approccio integrato alla cura. I risultati in termini di salute dei pazienti sono equivalenti a quelli dei migliori ospedali del mondo, per un servizio che costa il 10% del prezzo del servizio negli Stati Uniti.
In Germania, Martini-Klinik, un centro di ricerca per il cancro alla prostata dell'ospedale universitario di Hamburg-Eppendorf, raccoglie dati completi sugli esiti delle terapie dei suoi pazienti, compresa la documentazione di tutte le complicanze post-chirurgiche per ogni singola operazione, e costantemente utilizza questi dati per migliorare le prestazioni nella cura del cancro alla prostata. Di conseguenza, i casi di disfunzione erettile grave trattati in clinica, a un anno dall'intervento, sono meno della metà della media nazionale e gli episodi d’incontinenza urinaria sono circa un settimo della media nazionale.
Negli Stati Uniti, Kaiser Permanente, un fornitore di assicurazioni sanitarie integrate, con oltre 10,6 milioni di membri, ha creato un modello che favorisce l'assistenza sanitaria preventiva delle malattie croniche e promuove iniziative che garantiscono risultati eccellenti ed efficienza nell’impiego delle risorse. KP è stata in grado di fornire ai datori di lavoro piani di assistenza sanitaria che sono, in media, del 10-20% più convenienti rispetto ai tradizionali piani di assistenza gestita e caratterizzati da una qualità superiore.
In Svezia, esistono più di 100 registri di qualità, sostenuti per la maggior parte dalla spesa sanitaria nazionale, che tengono traccia dei risultati sanitari per i pazienti che soffrono di una determinata condizione o malattia specifica. Lo studio di questi dati ha consentito ai medici svedesi di identificare quali siano le strutture che offrono le migliori prestazioni, codificarle e condividerle con altre strutture, migliorando così la media generale. I risultati sono impressionanti: ad esempio l’indice di mortalità a 30 giorni dopo un infarto miocardico acuto è del 37% più alto nel Regno Unito che in Svezia.
Credo che da questi esempi si possa imparare molto su quanto monitoraggio e valutazione siano importanti per generare valore. L’efficienza non è data tanto dall’abbondanza della spesa quanto dalla selezione delle cure e dall’organizzazione. È oggi necessario che i medici si impegnino in questa sfida e pretendano da Governi e Parlamenti che la spesa sanitaria sia distribuita sulla base di risultati misurabili e verificabili.