L’importanza della prevenzione in ambito sanitario
Cos’è la prevenzione in medicina? Uno stile di vita sano e una buona consapevolezza sull’importanza del mantenimento dello stato di salute, ma non solo: una sanità ad accesso universale, dal funzionamento ineccepibile e al passo con i tempi, che eviti gli sprechi, e nella quale lo sviluppo delle tecnologie non sia fine a se stesso, ma che apra strade nuove per assicurare a tutta la popolazione mondiale le cure di base.
Oggi è necessario creare politiche sanitarie che abbiano l’obiettivo di promuovere la salute e la prevenzione come fattori di sviluppo della società e di sostenibilità dei sistemi sanitari.
Nella nostra società abbiamo sconfitto, o siamo riusciti a contenere, molte malattie infettive che in epoche passate causavano morti premature. I progressi della medicina dello scorso secolo hanno permesso interventi e terapie in grado di salvare la vita delle persone affette da patologie gravissime e mortali.
È scientificamente dimostrato che le grandi malattie mortali dell’epoca odierna, le cosiddette Malattie Non Trasmissibili, principalmente neoplasie, malattie cardiovascolari e malattie metaboliche, sono determinate da uno stato di squilibrio dell’organismo che, a lungo andare, può diventare cronico e difficilmente recuperabile.
La perdita dello stato di salute e l’insorgere di una Malattia Cronico-Degenerativa, si riscontrano maggiormente in coloro che hanno uno stile di vita scorretto: l’uso di tabacco, l’inattività fisica, il consumo di alcol e una dieta inadeguata contribuiscono, singolarmente o in maniera complessiva, ad aumentare il rischio di malattia e di mortalità.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno, nel mondo, 15 milioni di persone tra i 30-69 anni di età muoiono a causa di una Malattia Cronico-Degenerativa. Malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie e diabete sono responsabili di oltre l’80% delle morti premature. (Fonte: Rapporto Osserva Salute 2017)
A seguito della dichiarazione politica sulle Malattie Non Trasmissibili adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (United Nations General Assembly-UNGA) nel 2011, l’OMS, per sostenere i Paesi nei loro sforzi nazionali, ha sviluppato un “Piano di azione globale per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili 2013-2020”, che comprende nove obiettivi globali, da raggiungere entro il 2025, e una serie di indicatori di monitoraggio atti a verificare nel tempo i progressi registrati. (Fonte: Rapporto Osserva Salute 2017)
L’ambizione è di influire virtuosamente sia sulle condizioni complessive in cui le persone vivono e lavorano e sia sugli stili di vita che influenzano la salute e la qualità della vita stessa.
In Italia, il Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018 ha come obiettivo principale affermare il ruolo cruciale della promozione della salute e della prevenzione come fattori di sviluppo della società e di sostenibilità del welfare, in particolare alla luce delle dinamiche demografiche, garantendo equità e contrasto alle diseguaglianze.
Il piano prevede un sistema di monitoraggio in grado di fornire un quadro completo sugli stili di vita attraverso l’analisi dei principali fattori di rischio oggetto di attività di prevenzione, promozione della salute, intervento sanitario, riabilitazione e, non ultimo, reinserimento sociale. (Fonte: Piano Nazionale di Prevenzione 2014-2018)
Queste azioni, orientate a creare nella comunità e nei suoi membri un livello di competenza che mantenga o migliori il controllo della salute, sono risultate molto efficaci in quelle Regioni d’Italia che le hanno adottate maggiormente.
In particolare sono positivi i dati degli ultimi anni sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici: i progressi nella prevenzione primaria emergono chiaramente nel caso del tumore polmonare, per il quale il carico sanitario della patologia è in sensibile diminuzione da anni negli uomini, grazie alla riduzione della prevalenza di fumatori che rappresenta un grande successo delle normative anti-fumo (tra le più avanzate in Europa). Per quanto riguarda i tumori oggetto di programmi di screening organizzato, gli effetti dell’introduzione di misure efficaci di prevenzione secondaria sono visibili nelle aree del Paese dove si è iniziato prima e dove la copertura è ottimale. (Fonte: Premessa, Rapporto Osserva Salute 2017)
La prevenzione gioca un ruolo importante non solo per salvaguardare lo stato naturale di salute degli individui, ma per la sostenibilità del sistema sanitario in un periodo storico caratterizzato da aumento dei costi a fronte di risorse limitate.
Da diversi anni molte patologie cardiache legate a una ostruzione delle arterie coronarie non necessitano più di un intervento invasivo come un bypass eseguito dal cardiochirurgo operando sul cuore. È invece sufficiente introdurre dei piccoli “tubicini” chiamati stent: un intervento che si esegue in brevissimo tempo in una sala di radiologia interventistica. Questo ha permesso miglioramenti straordinari e oggi anche una persona ultraottantenne colpita da infarto può essere curata con successo. Questo fatto, indubbiamente positivo, ha però allargato moltissimo il numero delle persone curabili e quindi i costi della sanità.
Sono molte le iniziative volte a contenere la spesa in ambito sanitario, e tra queste la prevenzione è sicuramente un approccio che consente di ottenere un molteplice guadagno: un individuo che mantiene il suo naturale stato di salute non ha bisogno di essere sottoposto a interventi costosi, e le risorse risparmiate possono essere impiegate per promuovere la prevenzione e innescare un circolo virtuoso, per sostenere le tecnologie grazie alle quali oggi è possibile intervenire anche in casi molto gravi, per garantire un servizio sempre più efficiente e accessibile.
In Italia i dati complessivi degli ultimi 6 anni indicano che il Servizio Sanitario Nazionale è riuscito, almeno in alcune Regioni, grazie anche a politiche per la salute capaci di influenzare il cambiamento di stili di vita, a bloccare la tradizionale dinamica espansiva della spesa malgrado l’invecchiamento della popolazione, i costi indotti dal progresso tecnologico e le forme di deprivazione socio-economica prodotte dalla crisi.
Oggi tra le principali sfide della sanità troviamo la necessità delle Istituzioni di continuare a promuovere la prevenzione e dotare i cittadini di strumenti d’informazione chiari e accessibili.
Solo attraverso un empowerment reale dell’individuo, che ha la responsabilità personale di accogliere le azioni volte alla prevenzione e adottare uno stile di vita sano, e un impegno attivo delle Istituzioni pubbliche, sia in campo sanitario sia in altri settori, si potrà raggiungere l’obiettivo di ridurre i rischi associati alle Malattie Non Trasmissibili. Secondo il principio dell’“health in other policy”, sarà necessario un approccio globale che coinvolga tutti i settori, tra cui salute, finanza, trasporti, istruzione e agricoltura.
Fondamentale per preservare la salute sarà inoltre il riaffermare il valore del rapporto tra medico e paziente: i cittadini devono tornare ad avere fiducia nella medicina e percepire il valore di un sistema sanitario equo e accessibile, e i medici esercitare la loro professione consapevoli del fatto che, per quanto la tecnologia oggi possa essere avanzata, gli esseri umani non sono macchine e non è possibile la cura senza un rapporto basato sulla fiducia e sull’ascolto.
Una riflessione finale deve poi essere fatta riguardo alle scelte che le Nazioni fanno nell’allocazione delle risorse pubbliche. Possiamo osservare la questione da diversi punti di vista ma rimane un dato di fatto che, nel disegnare i propri bilanci, gli Stati tendono a non ridurre mai i costi per gli armamenti, mentre spesso tendono a contenere quelli per le altre aree strategiche, dalla sanità, alla scuola, all’agricoltura, che influenzano i nostri stili di vita e quindi il nostro stato di salute.